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EURO-MEDITERRANEAN RESEARCH
INSTITUTE UPON SOCIAL SCIENCES
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Economia: breve storia

Economia: breve storia

Il termine economia proviene dal greco antico οἰκονομία (oikonomia, gestione di una casa, amministrazione) con οἴκος (oikos) che significa casa e νόμος (nomos) gestione. Nasce quindi come sistema di gestione dei beni di famiglia, non come scienza. Ciò non significa che l’economia, come la intendiamo oggi, non fosse conosciuta anche dai greci: grandi pensatori come Platone e Aristotele scrissero un po’ su tutto ma non espressamente di economia solo perché per loro ciò che noi definiamo oggi economia era parte della politica; politica intesa come gestione della città-stato1.

La scienza da cui prende origine l’economia moderna è l’economia politica, la prima scienza sociale, il cui obiettivo era esprimere le leggi di produzione della ricchezza a livello statale.  Sebbene gli obiettivi dell’economia politica si possano già rintracciare nel pensiero di Niccolò Machiavelli2 (Firenze, 1469-1527), il termine economia politica appare per la prima volta in Francia nel 1615 in un famoso (per la storia dell’economia!) libro di Antoine de Montchrestien (circa 1575-1621): Traité de l’œconomie politique (nell’immagine accanto). Fu solo nella seconda metà del XIX secolo che l’economia politica si divise in economia, scienze politiche, sociologia, storia sociale, psicologia sociale e filosofia sociale. I motivi per tale nuovo orientamento furono diversi, anche se bisogna dire che quelli ideologici giocarono un ruolo fondamentale nella disintegrazione dell’economia politica: le visioni di Smith, Marx, Bakunin, per citare alcuni autori, rivelarono tensioni e conflitti nella società. Mentre la resistenza politica al liberismo, cioè al libero mercato, aumentava nella seconda metà del XIX secolo, gli scienziati sociali cercarono di stabilire un corpo di conoscenze obiettive dalle quali formulare argomenti ragionati per particolari politiche sociali. Aderendo alla stretta logica e ai dati fattuali speravano di risolvere i problemi alla base della separazione. viverla, quindi non possiamo accontentarci di leggere belle parole perché dobbiamo anche riuscire a metterle in pratica facendo in modo che le belle parole non riguardino solo poche persone.

A partire dalla fine del XIX secolo gli economisti suggerirono l’utilizzo del termine economia come abbreviazione di scienza economica anche per eliminare la connotazione di un interesse politico, esattamente come si faceva per la matematica e per l’etica3. I proponenti di ognuna delle nuove scienze sociali riconobbero l’importanza di definire gli obiettivi e i metodi di analisi per determinare i confini fra le discipline. Come più diretta erede dell’economia politica, l’economia deteneva il più grande potenziale per emulare le scienze naturali poiché i suoi obiettivi erano confinati ai comportamenti maggiormente soggetti ad osservazione e misurazione. Le dimensioni politiche, sociali, culturali, storiche e psicologiche dell’esistenza umana furono relegate ad altre discipline, mentre gli economisti si concentravano sulla ricerca del benessere materiale individuale nel mercato, pensando che il benessere collettivo fosse una semplice somma aritmetica del benessere individuale4, in questo modo non considerando né le dinamiche sistemiche5, allora non conosciute, né principi non legati esclusivamente all’utilitarismo; in effetti già Simonde de Sismondi (scrittore ed economista svizzero, 1773-1842) era andato oltre l’utilitarismo, tanto che nel 1815 scriveva che “Obiettivo del Governo è, o deve essere, la felicità degli uomini, uniti in società6,” quindi non la ricchezza materiale ma la felicità, concetto apparentemente vago che è però stato recentemente ripreso e formalizzato per definire parametri alternativi al Prodotto Interno Lordo, argomento che affronteremo nell’ottava lezione.

È vero che l’assunzione della razionalità individuale e l’uso della moneta (parleremo di moneta nella sesta e settima lezione) come metro di paragone per misurare cause ed effetti permisero all’economia di costruire un impressionante edificio teorico largamente preso in prestito dalla fisica del XIX secolo, ma le idee di base sono rimaste, fondamentalmente, quelle delle origini, cioè del XVIII secolo, mentre la tecnologia è passata dalla carrozze agli aerei supersonici.

Nell’economia moderna un’importante differenza è quella fra economia positiva, o descrittiva, che consiste nella descrizione e spiegazione dei fenomeni economici, ed economia normativa, o prescrittiva, che consiste invece nella determinazione degli obiettivi che una società deve porsi. Se dal lato descrittivo probabilmente gli economisti hanno diritto almeno alla sufficienza, dal lato prescrittivo si meritano che la gente del pianeta Terra affibbi loro non più di un 3 in pagella, considerando da un lato la situazione attuale, dall’altro che scrivere bene ma poi non riuscire ad applicare quanto si scrive è comunque un fallimento. Come dire, scrivere una meravigliosa storia d’amore non significa certamente viverla, quindi non possiamo accontentarci di leggere belle parole perché dobbiamo anche riuscire a metterle in pratica facendo in modo che le belle parole non riguardino solo poche persone.

Bisogna quindi mettere in discussione l’economia, intesa sia come sistema economico sia come scienza: per riuscirci bisogna conoscerla partendo da alcuni concetti chiave che possono sembrare incomprensibili ad un primo approccio mentre invece necessitano solo di un po’ di attenzione.


1Cfr. l’idea politica di Platone e l’idea politica di Aristotele.

 Da notare che la frase attribuita a Machiavelli “il fine giustifica i mezzi” è un’errata semplificazione delle sue idee, ancora oggi attualissime.

3  W. S. Jevons; The Theory of Political Economy; Macmillan, 1879; p. xiv. A. Marshall, M. P.  Marshall; The Economics of Industry; Macmillan, 1888; p. 2.

B. Clark; Political Economy: A Comparative Approach; Greenwood, 1998; pp. ix-xi.

Né le dinamiche fra i diversi sistemi, per esempio il sistema sociale, quello politico e quello economico, nonché i rapporti fra i vari gruppi sociali all’interno di ogni sistema sociale.

6 S. de Sismondi; Political Economy; 1815.

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