Economia comportamentale
(Behavioural economics)
Si tratta di una branca dell’economia che spiega come sono prese le decisioni economiche rispetto a quanto previsto dalla teoria economica convenzionale, basata sulla piena e totale razionalità.
I comportamentalisti, cioè i fautori dell’economia comportamentale, inseriscono la psicologia, scienza recente rispetto all’economia, per rimpiazzare il concetto di razionalità economica (homo oeconomicus) alla base dei modelli classici e neoclassici. Mentre la teoria economica classica prevede che la gente ha le idee chiare su tutto ciò su cui deve decidere, che ha una visione chiara del quadro generale su ogni argomento in relazione al quale dovranno prendere una decisione, gli psicologi hanno chiarito che invece tendiamo a compartimentalizzare e a decidere spesso su basi superficiali, personali o del gruppo di riferimento, e a mantenere le abitudini e le credenze anche se contrarie rispetto ai fatti. Esistono inoltre prove conclusive che le persone sono persistentemente e irrazionalmente sicure (per esempio la guida veloce e tutti i comportamenti a rischio), in particolare se esperte, problema a cui si aggiunge la tendenza a sovrastimare, dopo che è successo un evento, la propria capacità previsionale (il classico “a me non sarebbe successo!” detto con assoluta convinzione).
È quindi importante dare una definizione di razionalità: in modo semplice, tenendo conto dell’approccio comportamentalista, il nostro Istituto la definisce ‘un pensiero rivolto al raggiungimento di un obiettivo o alla soluzione di un problema, tenendo conto del proprio insieme di conoscenze e credenze definito mappa mentale’. Per esempio, se non ho studiato ingegneria aeronautica non posso razionalmente pensare di capire in modo approfondito il progetto di un aereo anche se ne vedo lo schema; se ho studiato ingegneria aeronautica posso progettare un aereo innovativo sebbene razionalmente saprò che non sarò in grado di costruirlo da solo, quindi avrò bisogno di una squadra di esperti con cui lavorare insieme. Allo stesso modo, non avendo studiato economia, non posso razionalmente pensare di capire in modo approfondito il nostro sistema socio-economico sebbene facendone parte ritengo di saperne abbastanza; se ho studiato economia posso progettare un sistema socio-economico innovativo sebbene razionalmente saprò che non sarò in grado di costruirlo da solo, quindi avrò bisogno di una squadra di esperti con cui lavorare insieme. Razionalità, quindi, non significa solo cultura e intelligenza, nel senso che anche gente che noi consideriamo colta e intelligente può comportarsi in modo non pienamente razionale, a maggior ragione se l’informazione in loro possesso non è completa; considerando la sempre maggiore complessità del nostro mondo diventa una vera e propria emergenza la gestione dell’informazione, problema che affronteremo nelle ultime due lezioni.