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EURO-MEDITERRANEAN RESEARCH
INSTITUTE UPON SOCIAL SCIENCES
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Ciclo economico

Ciclo economico (Business cycle)

Negli anni gli economisti hanno prodotto numerose teorie riguardo i motivi dei cicli economici e la loro durata: Kitchin (1920) ritiene che esistano cicli della durata di circa 3-5 anni dovuta alla cattiva gestione delle scorte a causa di problemi nei flussi informativi. Per Juglar (1862) esistono cicli della durata di 7-11 anni dovuti all’oscillazione degli investimenti in capitale fisso, essenzialmente impianti e macchinari. Poi abbiamo il ciclo di Kuznets (1930; inventore del PIL e primo suo critico) della durata di 15-25 anni, che riguardano soprattutto la costruzione di edifici, quindi legato ai flussi migratori e per alcuni alla costruzione di infrastrutture. Infine il ciclo di Kondratiev (1913), generale dell’economia, della durata di 50-60 anni, che consiste di tre fasi: espansione, stagnazione e recessione.

Secondo il Centre for International Business Cycle Research della Columbia University, fra il 1854 e il 1945 l’espansione media del ciclo è durata 29 mesi mentre la contrazione 21 mesi; nel Dopoguerra le fasi di espansione sono durate in media 50 mesi, quelle di contrazione 11 mesi. Secondo il National Bureau of Economic Research dalla recessione del marzo 1991 il ciclo è stato in costante crescita per 93 mesi, la più lunga dopo quella degli anni ’60 durato 106 mesi quando la crescita era stata prolungata dalla spesa pubblica militare per il Vietnam. Nel 1988, quando l’Economist ha pubblicato l’articolo che parla dei due studi, nessuno vedeva un rallentamento.

Da notare che a fine anni ’60 Arthur Okun, consigliere economico dei presidenti Kennedy e Johnson, proclamava che i cicli economici erano obsoleti. Poco dopo l’economia americana entrò in recessione. Ancora, a fine degli anni ’90, alcuni economisti dichiararono che l’innovazione tecnologica e la globalizzazione avrebbero messo fine ai cicli economici. Anche loro si sbagliavano.

Altro importante autore che si è occupato dei cicli economici è Joseph Schumpeter (1883-1950) il quale, parlando di sviluppo economico, ha esposto l’importante nozione che il capitalismo può essere compreso solo come un processo evolutivo di continua innovazione e creazione distruttiva. Se sull’innovazione possiamo essere d’accordo e favorevoli dobbiamo certamente soffermarci sul problema della distruzione, visto che la stessa riguarda anche le imprese e le imprese riguardano anche gli esseri umani.

Parleremo dei cicli economici e delle crisi nella terza e quarta lezione.

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