All’Unione Europea piace il federalismo fiscale?
L’Unione Europea è un’organizzazione di tipo federale fra Stati che cedono parte della propria sovranità all’Ente sovranazionale, il cui aspetto più rilevante è costituito dall’introduzione dell’Euro. Essendo essa stessa improntata al federalismo, l’Unione Europea vede con favore e incentiva scelte in tale direzione, ma è particolarmente attenta a vigilare affinché, sfruttando la veste dell’imposta di scopo istituita in nome del federalismo, non vengano elusi i vincoli comunitari quali il divieto di aiuti di Stato e il divieto di doppia imposizione, nonché il principio della libera concorrenza e quello della libera circolazione di beni e persone.
Tale vigilanza si è concretizzata in diverse sentenze della magistratura europea che hanno sancito l’incompatibilità fra alcune imposte di scopo italiane e la normativa comunitaria, tra le quali si possono citare quelle relative ai seguenti casi:
• l’imposta speciale sullo zucchero bianco che, pur colpendo sia i produttori co-munitari che quelli nazionali, avendo come scopo quello di effettuare interventi a favore del settore italiano, di fatto violava la libera concorrenza
• la tassa sui marmi che assoggettava ad imposta il trasporto dei marmi fuori dal Comune di Carrara al fine di impiegarne il gettito a compensazione delle spese che il Comune sopporta a causa dell’esercizio dell’industria del marmo. In questo caso il tributo è stato considerato analogo ad un dazio doganale, quindi non conforme alla libera circolazione dei beni
• il tributo sui grandi gasdotti che attraversano il territorio siciliano, il cui scopo di-chiarato era quello di ridurre e prevenire i danni ambientali causati dai gasdotti stessi. Anche in questo caso è stata eccepita la violazione del principio di libera circolazione dei beni
• le tasse portuali sul carico e scarico merci il cui gettito era destinato a finanziare un’impresa pubblica. In questo caso è stata contestata la velata violazione del divieto di aiuti di Stato illegittimi
• la tassa sugli aeromobili istituita dalla Regione Sardegna che, pur finalizzata al recupero delle zone costiere, di fatto eludeva la libera circolazione.