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Si può favorire il turismo con una tassa sui turisti?

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Business is toughSi può favorire il turismo con una tassa sui turisti?

     Il d.lgs. 23/2011 in materia di federalismo fiscale municipale ha introdotto l’imposta di soggiorno, un nuovo tributo comunale con lo scopo di favorire il turismo. Tale imposta può essere istituita solo dai Comuni capoluogo di Provincia, dalle unioni di Comuni e dai Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte e tale limitazione trova giustificazione nell’assunto che solo le località che sostengono afflussi turistici di notevoli dimensioni devono sostenere oneri aggiuntivi per i pubblici servizi, ma in realtà, essendo il tributo commisurato appunto ai flussi dei turisti, a pochi flussi corrispondono poche entrate, pertanto un’estensione di tale facoltà impositiva a tutti i Comuni sarebbe più logica oltre che più rispettosa del principio di autonomia finanziaria garantito dalla Costituzione.

     Tale imposta è diretta a tutti coloro che alloggiano nelle strutture recettive sul territorio comunale e non prevede esenzioni di alcun genere, neanche in caso di soggiorni per motivi di lavoro o di studio. Essa viene commisurata a quanto pagato per il soggiorno ponendo un limite massimo di cinque euro per ogni notte e il relativo gettito deve finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture recettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. È di tutta evidenza che l’ampiezza delle finalità previste dalla normativa possa prestarsi ad impieghi molto poco rilevanti per il turismo e quindi ci troviamo di fronte all’ennesima disposizione che, nel mentre istituisce un’imposta di scopo, crea i presupposti affinché la stessa venga disattesa. Un’ulteriore lacuna da segnalare consiste nella mancata previsione normativa circa il ruolo dei gestori delle strutture recettive, ma dopo non pochi problemi applicativi e sentenze amministrative, si può oggi affermare che i gestori possono essere chiamati solo a versare l’imposta incassata, non a rispondere in proprio come responsabili d’imposta. Ne consegue che il recupero coattivo da parte del Comune per l’imposta non pagata dal soggetto passivo, cioè da chi soggiorna, dovrà dirigersi esclusivamente verso tale soggetto e non anche nei confronti del gestore.

     Trattando di imposta di soggiorno non si possono trascurare gli effetti della stessa sugli aspetti economici, dato che è evidente che tassando i clienti delle strutture recettive di un dato Comune indirettamente si colpiscono gli operatori del settore turistico, anche falsando la concorrenza con i colleghi dei Comuni limitrofi che non avessero adottato analoga misura o l’avessero adottata con aliquote inferiori. Tale ricaduta negativa viene confermata dall’iniziativa degli operatori turistici del Comune di Cattolica, fra cui albergatori, bagnini, chioschisti e pescatori, i quali, pur di scongiurare l’introduzione dell’imposta di soggiorno, hanno raggiunto un accordo con il Comune che prevede un’autotassazione degli operatori medesimi.

     È infine da notare che l’imposta di soggiorno non colpisce tutti gli afflussi turistici, ma solo quelli con pernottamento sul territorio, rimanendo esclusi dall’imposizione i turisti giornalieri con pullman e quelli che pernottano sulle navi da crociera.

     Con il d.lgs. 16/2012 è stata inoltre introdotta l’imposta di sbarco, la quale deve essere versata dalle compagnie di navigazione per i collegamenti marittimi di linea e può essere applicata solo dai Comuni delle isole minori o nel cui territorio sono presenti delle isole minori. A differenza di quanto visto per l’imposta di soggiorno, nel caso dell’imposta di sbarco il soggetto passivo non è il turista ma l’operatore turistico.

     Oltre ai suddetti effetti negativi, l’applicazione dell’imposta di soggiorno e dell’imposta di sbarco pare costituire una pessima scelta di marketing. Un Paese come l’Italia, con le migliori condizioni climatiche, con la più variegata morfologia del territorio, con la maggior parte del patrimonio artistico mondiale e con l’eccellenza delle risorse enogastronomiche, potrebbe vivere, e floridamente, solo di turismo. Ogni iniziativa che possa allontanare i turisti non può che essere vista negativamente.

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